La Lettera di Jacques Gaillot del 1° Novembre 2002

   
Un frutto maturo
   

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Un frutto maturo
 
nombreuses questions Nella bella regione dell'Ardèche, in cui la natura è così seducente, numerosi cristiani si erano riuniti tutta una giornata per ascoltarmi certamente, ma soprattutto per pormi le loro numerose domande.
 
Ce n'era una che non poteva non essere posta, dal momento che eravamo riuniti l'11 ottobre, giorno di apertura del Concilio Vaticano II 40 anni fa. "Che cosa rimane del Concilio oggi? Per questo anniversario, Roma non ha trovato di meglio che canonizzare il fondatore dell'Opus Dei!".
Tra gli astanti, molti hanno preso le distanze dall'istituzione. La Chiesa ufficiale li ha delusi, ma tuttavia non ne sono amareggiati. Gli uni pensano che la Chiesa sia incapace di riformarsi e comunque si battono.Altri continuano a mantenere un legame con la Chiesa che continuano ad amare. Ma ci sono delle difficoltà.  continuer d'aimer
 
La cosa che mi colpisce al loro contatto è la loro vitalità. Non mancano di impegno! Sono dei cristiani in libertà, volti verso l'avvenire. Amano andare alle fonti, per vivere di Gesù e del Vangelo. Hanno una fede personale, che non ha nulla a che fare con un modo di pensare già prestabilito. Preoccupati per l'autenticità, sanno decidere da loro stessi. La qualità del loro ascolto e delle loro domande mi riempiva di ammirazione.
 
Non ho quindi avuto difficoltà a rispondere alla loro domanda: "Cosa rimane del Concilio?".
 
fruit mûr "Voi siete oggi un frutto maturo del Concilio. La maturità di cui voi date prova, la libertà che voi avete, la solidarietà di cui date testimonianza, sono dei segni che dimostrano che la linfa del Concilio ha irrigato le vostre vite.  
 
Quando ero giovane prete al momento del Concilio, non incontravo un uditorio come il vostro. Voi realizzate oggi le promesse del Concilio. Nessuna autorità potrà impedirvi questa libertà e questa maturità che sono le vostre e che sono quelle di una grande parte del popolo di Dio alla base".