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Il matrimonio di Rana
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L'associazione "Solidarietà palestinese 18"
mi invita ad animare un dibattito al cinema "Les 3 Luxembourg".
Non posso rifiutare un favore alla causa palestinese. Quindi,
dopo la manifestazione contro la guerra in Iraq, mi reco nella
sala per la proiezione del film "Il matrimonio di Rana"
che precede il dibattito. |
Mi piace questo film che io scopro, come la maggior parte
degli spettatori di cui molti sono studenti della Sorbona. Rana
decide di sposarsi, di rimanere a Gerusalemme e di non partire
per l'Egitto con suo padre alle ore 16. Incomincia allora una
corsa folle. Una corsa contro il tempo e contro gli ostacoli.
Ogni volta che un ostacolo è superato, un altro si erge
ed il tempo avanza inesorabilmente. Ma all'ultimo momento il
matrimonio potrà aver luogo! Una nota di speranza che
mostra che il popolo palestinese vincerà la causa. Egli
riuscirà a passare attraverso tutti gli ostacoli e potrà
un giorno rallegrarsi e festeggiare.
Al momento del dibattito, ho la gioia di vedere che Youssef
sarà con me per animarlo. Abbiamo fatto parte della stessa
delegazione in Palestina. Youssef è un uomo appassionato
e meraviglioso. Ho apprezzato molto due dei suoi interventi.
L'uno concernente i check point: "Questi sbarramenti non
hanno per scopo di impedire alla gente di passare, poiché
in definitiva tutti riescono a farlo.
Ma ciò che i militari cercano è di rompere le
relazioni umane e sociali dei Palestinesi. Essi destrutturano
i loro legami abituali per isolarli un po' di più".
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L'altro riguardante i coloni: "Essi sanno che non
saranno mai a casa loro. Qualsiasi cosa facciano e dicano, occupano
una terra che non appartiene loro. Ed è questo il motivo
per cui conoscono in loro una perpetua insicurezza". Veramente
una bella serata. |
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OGM = pericolo
Erano le 6 e 30 in place de la Nation a Parigi. Una cinquantina
di persone erano riunite: dei cineasti, degli attori, degli scienziati,
degli eletti
nel silenzio della capitale ancora addormentata.
Saliamo in macchina per una destinazione sconosciuta con un solo
obiettivo: fare qualche cosa per José Bové ed i
militanti contadini condannati a pesanti pene detentive.
Come all'incirca i tre quarti degli Europei, non vogliamo
degli organismi geneticamente modificati (OGM) né in campi
trasformati in laboratori, né sulle nostre tavole. |
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Riteniamo che sia pericoloso per l'ambiente e per la salute
e reclamiamo un vero e proprio dibattito democratico su questo
argomento.
Verso le 10 una lunga fila di macchine attraversa Châlons-en-Champagne
per raggiungere dei campi che si estendono a perdita d'occhio
con dei resti di neve. Ci fermiamo nel luogo in cui si trova
l'Istituto Cetion che pratica degli esperimenti sulla colza transgenica.
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Effettuiamo simbolicamente uno sradicamento prima di piantare
delle piantine di colza "pure", rifacendo ciò
che José Bové ed i suoi amici avevano fatto. |
Avremo la medesima sorte? Lasciamo queste terre desolate
senza aver visto la polizia. |
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Quale Natale per gli irregolari?
Il sabato pomeriggio prima di Natale, quando la folla si
pressava nei Grandi Magazzini delle Galeries Lafayette a Parigi,
gli irregolari hanno voluto ricordare la loro esistenza. Camminavo
in mezzo a loro sul boulevard, al suono dei tam tam con tutti
gli striscioni spiegati. La folla non guardava più le
vetrine ma questo strano corteo di Africani che passava. Come
per le mura di Gerico facevamo più volte il giro del quartiere,
sotto l'occhio vigile della polizia.
Ad un certo momento i manifestanti si fermarono davanti
alla chiesa di Saint Louis d'Antin. Molti salirono gli scalini
per prendere la parola. Subito le grandi porte della chiesa si
chiusero per respingere una minaccia di invasione. Ma non era
questo il caso. Ci bastava occupare lo spazio pubblico della
via.
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Sull'alto dei gradini un militante teneva tra le mani uno
striscione sul quale era scritto: "Gesù ha accolto
gli stranieri, la Chiesa li espelle". |
Precisiamo che il giorno prima, su richiesta dei preti,
le forza di polizia avevano espulso gli stranieri che occupavano
due chiese.
Vicino agli scalini c'era un gruppo che cantava dei canti di
Natale con forza al microfono per coprire la voce degli irregolari.
Cosa dicevano questi ultimi?: "Per la festa di Natale, non
conosceremo come voi la felicità poiché siamo lontani
dalle nostre famiglie, dalla nostra terra, dai nostri paesi.
Siamo privati dei diritti fondamentali: lavoro, casa, libertà
di circolazione
Ci battiamo senza sosta per essere regolarizzati.
Potete festeggiare il Natale se non c'è più posto
per noi?". |
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Appoggio ai Rom
Il comitato di sostegno dei Rom d'Achères (periferia
di Parigi) mi aveva invitato ad incontrare dei responsabili municipali
per sbloccare una situazione difficile. Io chiedevo di incontrare
i Rom sul posto.
Con il sindaco, un consigliere municipale, dei giornalisti,
la televisione, ci incamminiamo su di un sentiero comunale quasi
impraticabile. Per accedere al campo dei Rom bisognava camminare
su di un suolo coperto di detriti e totalmente fangoso. Scopro
con desolazione come vivono 200 uomini, donne e bambini dentro
delle roulotte in cattivo stato o delle capanne fatte di materiali
di recupero. Sono accolto con calore da queste famiglie che sopravvivono
qui da più di un anno e mezzo! Alcuni non hanno riscaldamento.
Uno dei due gruppi elettrogeni non funziona più e la metà
dei Rom non ha più luce. Non mi abituo a questa miseria.
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Vado a trovare una giovane donna il cui bambino ha solo tre
settimane. Questo bambino è molto amato e ciononostante
manca tutto nella famiglia! |
I comuni vicini sono i più ricchi che ci siano.
Come possono tollerare un tale scandalo alle loro porte? |
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Partenia: una finestra sul
pianeta |
Il 13 gennaio 2003 Partenia, diocesi virtuale, ha festeggiato
il suo settimo anniversario. Internet serve da legame tra Partenia
ed il mondo intero. La voce libera di Partenia "in linea"
è ascoltata. Essa suscita degli eco, provoca delle reazioni
e fa nascere dei dialoghi.
Voi siete numerosi a visitare il sito: credenti di differenti
religioni, agnostici, atei, liberali, ricercatori di Dio
Il
mosaico degli internauti che visitano Partenia è completato
da delle scuole e delle università. A fine anno siamo
stati molto onorati di apprendere che la prestigiosa "Haward
Business School" aveva compreso il nostro sito nel suo programma
di insegnamento!
La diocesi virtuale non è a senso unico. Nel forum,
nella chat e nelle mail molte persone entrano in dialogo con
noi, |
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sia che si tratti dell'America del Sud, dell'Europa
dell'Est che vengono a raggiungere i nostri amici europei, d'America,
del Canada e dell'Australia. L'Africa non è assente. Partenia
non è più un deserto sconosciuto.
Grazie ad amici ed a volontari è possibile fare
vivere Partenia in sette lingue. Il numero dei visitatori aumenta
costantemente. La media mensile è passata da 7000 a 45000.
Approfittiamo dell'occasione per ringraziare i nostri amici volontari
per la loro fedeltà. Possa questa vasta rete essere un
segno di umanità per l'avvenire. |
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