Diario di viaggio di Jacques Gaillot
del 1° Giugno 2000 
  Faccia a faccia con i giovani  Incontro ecumenico a Lione  
  L'ingiustizia doppia pena  Operazione colpo di mano 
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  Storia della diocesi di Partenia, Biografia del vescovo Jacques Gaillot 
 

PARTENIA

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Faccia a faccia con i giovani

Tre giornate passate nella regione del Wurtemberg (Germania) hanno permesso molti incontri. Conserverò senza esitare quello con i giovani di un liceo. Erano più di un centinaio (16-17 anni) intorno al loro preside e a qualche professore. Con il passare del tempo, non mi ricordo più le loro domande né le loro risposte. L'essenziale è altrove: in questo meraviglioso momento di incontro e d'ascolto. Stavamo bene insieme. La comunicazione scorreva come l'acqua di un fiume. Una brezza leggera smuoveva i cuori e le coscienze. Delle sementi di libertà venivano gettate a profusione, aspettando di germogliare. Ci siamo lasciati a malincuore.

     

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Incontro ecumenico a Lione

Non immaginavo che il ritrovarsi con i vescovi avrebbe conosciuto delle nubi. I media stavano per cambiare la situazione. La loro presenza al mio fianco dava ai nervi. I vescovi dovevano dirsi: "Ecco che la storia ricomincia!". Quanto ai protestanti, avevano previsto questa deviazione mediatica. Ecco perché delle "braccia robuste" mi scortarono dal coro della cattedrale alla mia salita sul bus. Ridicolo! Avevo la sensazione di essere un detenuto trasferito in un'altra prigione. Questa paura dei media non si ritorcerebbe contro coloro che l'avevano suscitata? In un incontro ecumenico, sarebbe stato auspicabile di prendere il tempo di rallegrarsi insieme, alla maniera dei vescovi ortodossi che mi aprirono le loro braccia con una grande bontà.

   

 

     
   

L'ingiustizia doppia pena

Un Algerino, Khalifa, sconta una pena di prigione. Alla sua uscita, sarà espulso in Algeria perché è straniero. Così sarà stato punito due volte. La doppia pena è la prigione + l'espulsione. Su richiesta del Comitato di sostegno di Bordeaux, partecipo ad una conferenza-dibattito sulla doppia pena.

Rhalifa è arrivato in Francia all'età di tre anni. La Francia è diventata il suo paese. Sposato, quattro figli, abita nel quartiere degli Alburni a Bordeaux. La mobilitazione è esemplare per questa famiglia conosciuta e apprezzata. La solidarietà si manifesta in questo quartiere che non gode di una buona reputazione. Tutti reagiscono per dire che un padre di famiglia non deve essere separato da sua moglie e dai suoi figli. Questo diritto di vivere in famiglia è invocato da tutti nel corso di una memorabile serata-dibattito.
 

   

 

     
   

Operazione colpo di mano

Un centinaio di militanti (Tunisini e Francesi) sono riusciti a introdursi nei locali che ospitano, a Parigi, la Direzione delle milizie tunisine. Queste milizie sorvegliano la comunità tunisina in Francia e le impediscono, con l'intimidazione, le minacce e l'aggressione, ogni libera espressione.

La sorpresa era totale. I militanti gridavano: " La Tunisia è uno stato di polizia: La tortura è praticata comunemente. Le libertà sono confiscate…". Questo discorso in questi luoghi era del tutto inabituale e insostenibile per i responsabili che erano furiosi e sconcertati. Le televisioni presenti non tralasciavano di filmare gli spintoni, le ingiurie, le violenze che mostravano i miliziani presi nella trappola della derisione. Queste immagini insolite sono riuscite ad attraversare il Mediterraneo…

Dopo questa azione simbolica, vado a trovare all'ospedale della Salpétrière Taouffik Ben Brick, giornalista ribelle. Mi annuncia che sta per smettere il suo sciopero della fame poiché suo fratello viene rimesso in libertà. Si sente riconfortato nel vedere che in Tunisia dei giovani, delle donne, dei responsabili politici osano infrangere il tabù della paura.