Tre domande
 
I Giochi Olimpici si svolgeranno tra un anno a Pechino. Assistiamo in questo momento ad una mobilitazione delle ONG (=Organizzazioni Non Governative, ndt) per denunciare la violazione dei diritti umani in Cina. Quest’offensiva ha possibilità di riuscire?  
   
Per la Cina i GO (= Giochi Olimpici) sono una vetrina planetaria. È in gioco il suo prestigio.  
   
droits humains en  Chine Fin d’ora la Cina deve affrontare le virulente proteste dei militanti stranieri che richiedono la libertà d’espressione, la liberazione dei giornalisti cinesi imprigionati, una moratoria sulla pena di morte, la rivendicazione di un Tibet libero…
 
   
Alcuni parlamentari americani richiedono il boicottaggio dei GO di Pechino se la Cina non finisce di sostenere i regimi repressivi del Sudan, della Birmania e della Corea del Nord.
Per un anno i militanti dei diritti umani non vogliono essere compiacenti nei confronti della Cina! Poiché la loro preoccupazione non è quella di sapere se lo stato della preparazione dei GO è soddisfacente, ma quella di costatare dei progressi sul terreno delle libertà pubbliche.
 
   
Si è molto parlato della liberazione delle infermiere bulgare e del medico palestinese che erano stati trattenuti in Libia, ma non si dice niente delle barbare e collettive esecuzioni che si svolgono in Iran. Ci sarebbero due pesi e due misure?  
   
Quello che attualmente succede in Iran è terribile: più di 150 esecuzioni dall’inizio dell’anno! Partecipando ad una conferenza stampa organizzata da alcuni iraniani a Parigi, ho visto un video che mostrava delle impiccagioni di giovani sulla piazza di Teheran, davanti alla folla radunata. È insopportabile!  
   
repression en Iran C’è un’accelerazione della repressione in Iran. Una politica del terrore vuole impedire ogni manifestazione di oppositori. Il regime dei Mollah teme per la sua sopravvivenza. Resiste facendo regnare la paura.
Perché questo silenzio assordante della comunità internazionale?
Nel caso della Libia c’erano delle ragioni per agire. Nel caso di Teheran ci sono dei motivi per non agire. Ragioni che sono prima di tutto politiche ed economiche e che - ahimè! - vengono prima degli esseri umani. È inaccettabile.
 
   
In questo tempo di vacanze un evento drammatico ha scosso l’opinione pubblica: un giovane russo di 12 anni è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni. È caduto dal 4° piano di un edificio mentre cercava di sfuggire alla polizia con suo padre. Qual è il suo commento riguardo a questo dramma?
 
   
peur Le famiglie degli immigrati vivono nella paura ogni giorno, dovunque vadano, qualsiasi cosa facciano. Non c’è un posto dove si sentono sicuri. La caccia alla famiglie degli immigrati si intensifica dappertutto. In questo mese di agosto, alle 8,30 del mattino le forze di polizia arrivano nell’appartamento di questa famiglia russa. Subito il padre, che ha 33 anni, cerca di scappare. Suo figlio lo segue. Quando la mamma, che ha 29 anni, vede suo figlio cadere, urla di spavento.
 
   
Questa famiglia aveva fatto domande di asilo politico e di permesso di soggiorno. La politica di repressione realizzata per gli immigrati è la responsabile di questo dramma. Poiché prima della fine dell’anno si devono realizzare 25000 azioni di espulsione alle frontiere, stiamo assistendo a delle cacce alle famiglie ed a retate organizzate. Questo avviene ogni giorno. Aspettando, un giovane di 12 anni è in coma.
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