La Lettera di Jacques Gaillot del 1° Novembre 2001

   
No alla guerra, sì alla pace
   

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No alla guerra, sì alla pace  peacedove
Una volta in più è stato risposto alla violenza con la violenza, alla barbarie con la barbarie, come se non si sapesse fare null' altro!
La risposta è la guerra. Quando si comincia una guerra, non si sa né quando né come finirà. Si sa semplicemente che è più facile fare la guerra che non la pace.
 
bombes et pauvrété  Una pioggia di bombe è caduta su uno dei paesi più poveri del mondo, sconvolto da anni di guerre. E come sempre è il popolo che subisce le conseguenze. Un povero popolo che ha vissuto l'invasione russa, la guerra civile, l'oppressione dei talebani, una terribile carestia ed ora l'esodo! L'ingranaggio della violenza porterà con sé rappresaglie. Si devono temere altri attentati terroristici. Quando si batte un nido di vespe c'è solo la possibilità di essere punti. 
 
Esiste tuttavia un'alternativa alla guerra: quella della giustizia e del diritto internazionale.
 
Applichiamo senza tardare le risoluzioni dell'ONU previste per il popolo palestinese.
 
Mettiamo fine all'embargo contro l'Irak, un embargo che ogni giorno uccide dei bambini. 

sous l'embargo 

 
Attacchiamoci ai paradisi fiscali dove regna l'opacità fiscale.
Portiamo davanti ad un tribunale internazionale i mandanti degli attentati del 11 settembre e tutti coloro che li sostengono, che li finanziano e li proteggono.
 
Prendiamo con serietà le richieste pressanti degli antiglobalisti, che vogliono costruire un mondo più giusto e più solidale.
 
Non è la guerra che porrà fine al terrorismo. Anche se Bin Laden fosse preso o ucciso, altri sorgeranno, altrettanto pericolosi e fanatici. A New-York, sul muro d'ingresso dell' ONU, sono scritte delle parole del profeta Isaia.  aide humanitaire
 
Egli annuncia un mondo di pace in cui i popoli "dalle loro spade forgeranno degli aratri e dalle loro lance delle falci e le nazioni non solleveranno più le spade le une contro le altre". (Is. 2,4)