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Cari Amici,
ci tengo a ringraziarvi di tutto cuore per la vostra presenza,
la vostra azione o la vostra preghiera durante tutti questi cinque
anni. Con voi, io non ero mai solo. Grazie a voi, la diocesi
di Partenia non ha potuto cadere nell'oblio. Comincia una nuova
tappa, portatrice di speranza. E' una buona notizia che da' felicità
a molti. Affluiscono le testimonianze, contrassegnate dall'emozione.
Una religiosa scrive: "E' il più bel giorno della
mia vita".
Vi porto a conoscenza dei testi delle due lettere scambiate.
Viviamo con gioia questo tempo degli inizi in cui abbiamo
il presentimento che molte cose sono ancora possibili.
Fraternamente.
Jacques Gaillot
Vescovo di Partenia |
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La lettera del Presidente della Conferenza dei Vescovi di
Francia
Monsignore Jacques Gaillot
5, rue d'Aligre
75012 Parigi
Lione, 5 maggio 2000
Caro Jacques,
Il 13 maggio ci ritroveremo a Lione. Sono felice che tu
abbia potuto rispondere al nostro invito e che tu ci raggiunga
per questo momento in cui, con i nostri fratelli cristiani, ascolteremo
insieme la Parola di Dio.
Mi sono detto che la vicinanza di questo incontro poteva
essere un'occasione di esprimere la comunione che noi viviamo
giorno per giorno. Ciò che si è verificato, un
po' più di cinque anni fa, rimane una ferita, per te primariamente,
ma anche per i vescovi di Francia, anche se tutti non formulano
inevitabilmente lo stesso giudizio sul passato.
In accordo col Consiglio Permanente e alla luce dei contatti
che molti vescovi ed io stesso abbiamo avuto con te, voglio assicurarti
in tutta sincerità della nostra comunione nella fede e
nel servizio dello stesso Vangelo.
Ci sforziamo gli uni e gli altri di servire, e di servire
i poveri. Tu stesso testimoni quotidianamente questa volontà.
Tu lo fai con la libertà di impegno che ti caratterizza,
ed in un modo differente da noi. Ma l'importante è che
i cattolici e, più largamente forse, l'opinione pubblica
sappiano che la comunione che ci lega come fratelli è
reale, anche se è vissuta in un modo particolare. Sarei
felice, certamente, se, per quanto ti concerne, potessi dirmi
che ci avviciniamo molto su questo argomento.
Ogni volta che ci sarà data l'occasione, concelebreremo
all'unica Tavola dell'Eucarestia. Al di là delle decisioni
prese, al di là delle tensioni di una situazione che resta
difficile, tu rimani certamente nostro fratello nell'episcopato.
Molto fraternamente
Louis-Marie BILLE
Arcivescovo di Lione |
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La lettera di Mons. Jacques Gaillot
Parigi, 10 maggio 2000
Caro Louis-Marie,
L'espressione di comunione del Consiglio Permanente e di te
in persona che riconosce ciò che io vivo vicino agli esclusi
mi tocca profondamente e darà gioia a molti: a quelli
che non hanno smesso di reclamare questo gesto di solidarietà
come a coloro che non l'aspettavano più. Uno di loro l'esprime
con felicità: " Che i poveri abbiano il diritto
di ritrovare una dignità attraverso di te. Che tu sia
riconosciuto per loro".
La decisione di Roma, nel gennaio 1995, ha provocato in effetti
un'onda d'incomprensione e ha lasciato delle ferite nei cristiani
e nei non-cristiani. Io non dimentico i vescovi che hanno sofferto.
Ma questo evento mi ha dato la possibilità di diventare
"vescovo altrimenti" e di camminare rinnovando,
con la passione del Vangelo fuori dalle mura. Partenia, diocesi
senza frontiere, diventa uno spazio di libertà per i "senza".
Mi rallegro di vedere i vescovi di Francia accogliere dei
cammini nuovi per la missione, senza cercare di mettermi in strutture
amministrative previste.
Per l'annuncio del Vangelo, sono felice di manifestare la
mia comunione alla Chiesa. Il segno ne sarà dato il 13
maggio prossimo a Lione al tuo fianco, così come in diverse
celebrazioni in onore del Giubileo.
Fedele alla testimonianza di Gesù, ti saluto sempre
fraternamente.
Jacques Gaillot |