Il catechismo elettronico: Maggio 1999di Mons. Jacques Gaillot, Vescovo di Partenia |
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Incontro col mondo agnostico e ateo Archivio |
Il mistero de male | |
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INCONTRO COL MONDO AGNOSTICO E ATEO
In questo modo si stabiliscono scambi che permettono agli uni e agli altri, a cristiani come ad agnostici o atei, di approfondire nell'ascolto e nel rispetto reciproco la loro propria filosofia dell'esistenza. Diversi sono in realtà i cammini della vita, in una medesima ricerca dell'essenziale. Al di là degli antichi sfaldamenti, fatti da molte incomprensioni reciproche, nella fiducia si stabiliscono dei ravvicinamenti. Ci è offerta così l'occasione di superare, da una parte e dall'altra, molti malintesi e incomprensioni. Dalla decantazione della nostra fede al contatto di coloro che anima un'altra filosofia dell'esistenza si libera in noi una libertà nuova, che permette di meglio affrontare le grandi chiamate della nostra epoca. |
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IL MISTERO DEL MALE
A causa di questa complessità, che non è intellettuale, ma esistenziale, vale a dire che tocca tante persone nella loro carne, il cristiano non può che balbettare qualche parola sul male. Innanzitutto, egli contempla la figura di Gesù Cristo, che è entrato nel male, nella violenza, nella disfatta, nella sofferenza. Alla vigilia della sua morte egli è abbandonato da tutti. Non soltanto, egli non ha evitato il male, ma ha cercato di sopportare la sofferenza, il male di tutta l'umanità e in modo particolare quello dell'innocente perseguitato, del debole, dell'ultimo, di coloro che soffrono specialmente per l'ingiustizia, per l'esclusione. Di più, anche se non è semplice pensarlo, il cristiano non colloca il male in Dio. Per lui la sofferenza, il male, sono assenti dal mondo di Dio. Egli non dice: "Dio ha voluto il male", altrimenti farebbe di Dio un Dio perverso, un Dio che non è un Dio di unione. Il Dio di Gesù e dei cristiani è continuamente alla ricerca dell'umanità, per dire a ciascuno: "Tu sei prezioso ai miei occhi". Dov'è dunque il male? Il cristiano rifiuta di metterlo nel cuore dell'uomo. Nessuno inventa il male, ciascuno lo eredita. Affermiamo che l'uomo, creato per la libertà, porta in sé stesso una ferita, che non è semplicemente il marchio del suo lato di essere finito, ma ha qualcosa in comune con il fatto di rifiutare la vita e di distogliersi volontariamente da Dio. |
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