|
IL PECCATO ORIGINALE
- Generalmente si sente dire che il peccato originale risale alla prima
coppia, Adamo ed Eva, che avrebbe disobbedito a Dio. Per punizione tutta
la natura ne sarebbe stata contaminata. La malattia e la morte non sarebbero
che l'effetto del peccato originale e l'uomo pencolerebbe irresistibilmente
verso il male.
Proposta in questa forma l'idea di peccato originale è evidentemente
assurda, incompatibile con i dati di base della biologia umana e con le
esigenze elementari della giustizia: non è pensabile di fare portare
la responsabilità dell'atto di un individuo a tutta la sua discendenza.
Infine e soprattutto, questa concezione è inconciliabile con le nostre
conoscenze circa la comparsa dell'uomo: dovremmo pensare che Adamo ed Eva
sarebbero gli australopitechi di tre milioni di anni fa, l'Homo Erectus
di un milione di anni fa, l'Uomo di Neanderthal di centomila anni fa, l'uomo
di Cro-Magnon di trentamila o i primi agricoltori di ottomila anni fa.
- La visione biblica del mondo copre un periodo di seimila anni, un po'
troppo breve per interpretare i racconti simbolici del peccato originale
all'inizio della Genesi come anche altre informazioni su avvenimenti storici.
- In realtà si tratta di immagini che rappresentano l'esistenza
umana. Esse mostrano l'alternativa davanti alla quale ognuno si trova:
la propria vita verrà definita dall'angoscia o da un atteggiamento
di profonda fiducia? Già gli animali più evoluti di fronte
al pericolo sono afferrati dall'angoscia.
- Essi percepiscono che la loro vita è minacciata e cercano di
fuggire.
- Il parossismo della paura nell'essere umano è provocato dalla
morte perché, a differenza dell'animale, portiamo in noi la certezza
che non le sfuggiremo.
- Nel linguaggio mitico sono le parole del serpente, fauci aperte del
nulla, che ci pongono la domanda: che fare di questa angoscia inerente
alla nostra esistenza? Una angoscia portata all'infinito e che, nell'uomo
alla ricerca di soluzione, trascina in una costante fuga in avanti.
- E' così che, per paura della fame, l'emisfero nord accumula
il denaro e i beni che mancano ai 2/3 dell'umanità immersa nella
miseria e nella carestia. Per paura di un nemico eventuale ci armiamo al
punto di poterci tutti annientare. E per paura di non essere che polvere
sulla terra tentiamo di porci come un assoluto che tutti devono riconoscere.
La volontà di essere come Dio nasconde in realtà il nostro
smarrimento. In questo modo siamo afferrati nella spirale dell'angoscia
come in una vite senza fine.
-
- Ciò che il peccato originale ci descrive non è dunque
un atto di disobbedienza o di orgoglio: esso ci indica la deformazione
di una esistenza attraversata da parte a parte dall'angoscia.
- E' impossibile rispondere alla miseria dell'uomo con delle semplici
pressioni morali, con comandamenti o esortazioni. L'angoscia dell'uomo
non si dissolve nella solitudine, a colpi di volontà e di buoni
propositi, ma in un incontro basato sulla fiducia.
- Allora, e allora soltanto, si può veramente afferrare l'assurdità
di tutti i nostri meccanismi di fuga. Soltanto l'essere che ritrova il
sentimento di essere amato nonostante tutto può veramente sentirsi
a suo agio nel mondo.
Salvato dalla grazia, egli comprende l'inutilità dei suoi sentimenti
di paura e di colpa. Se la dottrina del peccato originale può esserci
di qualche utilità, questo avviene non già mettendo l'uomo
in stato di accusa, ma facendogli comprendere la vera natura della sua alienazione. |