Il catechismo elettronico

di Mons. Jacques Gaillot, Vescovo di Partenia



Dopo un anno di ascolto
un progetto della "Diocesi di Partenia"
Il catechismo elettronico

 

Obbedienza /Disobbedienza La Rivelazione

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Dopo un anno di ascolto
un progetto della "Diocesi di Partenia"
Il catechismo elettronico


In questo 13 gennaio il sito soffia sulla sua prima candelina. Un anno è trascorso, spesso di tentativi, sempre di scoperte; quello delle vostre reazioni, delle vostre lettere. In questo nuovo paese nasce e cresce una nuova comunità.
In questo anno ho ricevuto migliaia di lettere, che sollevano problemi personali, spesso vissuti dolorosamente: esclusione, sessualità, solitudine; anche problemi della società: guerra, violenza, ambiente; problemi religiosi, che incombono da ogni parte: come credere più in qualcosa?
Perché tutte queste divisioni? Si chiede di rispondere a me, vescovo cattolico, ma si attende una risposta diversa da quella di un catechismo a ripetizione.
Che potevo fare, con i miei mezzi limitati, il mio tempo tanto ristretto, la mia mancanza di tecnologia? A poco a poco ho creato una équipe, una squadra. Insieme abbiamo preso in esame la vostra posta. Vi abbiamo risposto (non sempre), talvolta in ritardo, e in ogni caso sia bene che male. Talvolta ci siamo sentiti cadere le braccia: certe lettere richiedono pagine e pagine di risposta, o addirittura un libro... Ma di libri ce ne sono già tanti. In un mondo nuovo, legato a una nuova forma di comunicazione, occorre inventare.
Ecco dunque la nostra proposta: facciamo insieme "Il Catechismo elettronico".

Catechismo la parola suscita sovente una reazione di rifiuto, in molti cristiani. Li abbiamo conosciuti, questi manuali nei quali l'"Autorità" pone problemi che non sono i nostri per imporci le sue risposte. E' anche per reazione a questo indottrinamento che molti cattolici hanno cessato di esserlo.
Essi lo hanno rifiutato per i loro figli.
E tuttavia questa parola corrisponde a una attesa: si vuole conoscere le posizioni della Chiesa. Ma si spera di avere non delle definizioni, bensì un senso: un senso per gli uomini e le donne di oggi, in funzione della loro esperienza; un senso che dia da vivere in modo diverso, non più nella disperazione, ma nella fiducia. Un senso che permetta di porsi in modo diverso di fronte al mondo, agli altri e... a Dio (i cristiani usano questa parola, ma è proprio questo il problema). Internet permette di proporre un catechismo "in altro modo". Sarà questo il "catechismo elettronico".

Noi formiamo una squadra di lavoro, uomini e donne di diversi orizzonti. Ogni mese, sotto una sigla, &laqno;Il Catechismo elettronico&laqno; e un motto: "Noi ci parliamo sul viso", la nostra équipe, a partire da una parola chiave, lancerà una riflessione su uno degli argomenti che voi avete proposto e che proporrete. Questo mese inizieremo con:

  • Che cosa significa oggi essere cristiani?
  • L'esclusione: problema d'uomo; problema di Dio?


Su queste proposte prendete posizione, reagite: in funzione della vostra esperienza, dei vostri gruppi di riferimento (religioso o non).

Voi direte il senso di quello che vi proponiamo (o il non-senso).
Le vostre risposte saranno raccolte e ci permetteranno in seguito di riprendere gli argomenti tenendo conto delle vostre reazioni: positivamente o negativamente? In ogni caso, "sul viso". Noi non dubitiamo che ciò conduca a un formidabile allargamento del nostro modo di vedere.
Fate anche intervenire attorno a voi le persone che considerate competenti! Così creeremo un vero e proprio scambio, a sicuro beneficio della reciproca comprensione.
Si tratta evidentemente di un lavoro di lungo respiro, se pur possa mai avere una fine. Ragione di più per cominciare oggi e subito. Allora, rivolgiamoci all'avvenire.


Jacques Gaillot



Il responsabile della équipe del catechismo


Jean-Pierre Bagot

Scrivete a Partenia: jgaillot@partenia.org

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Obbedienza / Disobbedienza


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Obbedite! Parola d,ordine di qualsiasi autorità, famigliare, civile o religiosa.

Le risposte vanno dalla sottomissione infantile al rifiuto anarchico e normalmente passano attraverso l,ascolto e il dialogo.

"Vale di più obbedire a Dio che agli uomini", replicavano i primi apostoli alle autorità che pretendevano di vietare una predicazione che turbava l,ordine. E, vero che anche Gesù stesso aveva deliberatamente trasgredito a regole e tabù. "Il sabbath (o l,istituzione) è per l,uomo, e non l,uomo per il sabbath". In questo modo egli fissava la sola, vera norma dell,obbedienza o della disobbedienza: quella in cui la verità di Dio e la verità dell,uomo si rimandano l,una all,altra.

Il Cristianesimo istituzionale non sfugge alla tendenza di ogni istituzione: egli elogia l,obbedienza e diffida della disobbedienza.

Ma se vuole essere vivo, deve anche accettare la disobbedienza e il diritto alla trasgressione.

L,ordine stabilito organizza il vivere insieme, ma non può arginare la vita. La vita sociale trabocca sempre dagli schemi previsti. Gli avvenimenti sconvolgono i punti di riferimento abituali.

I senza lavoro e gli emarginati che si trovano sui bordi della strada manifestano che c,è un disordine stabilito. Le persone e i gruppi che allora hanno il coraggio di protestare, di disobbedire appellandosi a valori superiori, dimenticati o ancora sconosciuti, aprono all,avvenire con spirito profetico.

Così si può dire dell,appello alla insubordinazione rivolto ai giovani francesi perché non partissero per la guerra in Algeria dell,appello alla disobbedienza civile indirizzato ai cittadini francesi perché continuino ad accogliere presso di loro gli stranieri in posizione irregolare.

La trasgressione esige senso di responsabilità ma anche una grande umiltà. Se è autentica, questa disobbedienza è obbedienza al richiamo di Dio.

 

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La Rivelazione


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"Questo è stato per me una rivelazione"! Chi di noi non si è mai detto questo,? In seguito a un avvenimento: incontro, esperienza, lettura, si coglie improvvisamente sotto una luce nuova una persona, la vita, il mondo. Questo ci ha cambiati. La crescita dell,essere umano, individuo o collettività, è costellato di simili scoperte.

Nella storia dell,umanità sono state molteplici le religioni "rivelate": in determinate circostanze degli uomini o delle donne hanno colto un nuovo modo di comprendersi nel mondo di fronte a un Assoluto. Essi hanno visto spontaneamente in questa rivelazione un dono gratuito: è Dio che si rivela! Hanno trasmesso questo convincimento alla loro famiglia, al loro ambiente, talvolta l,hanno proclamato pubblicamente tentando di esprimere a parole quello che rimane sempre un,esperienza intima e inesprimibile.

Il Cristianesimo afferma la rivelazione di Dio in Gesù Cristo: "Dopo aver parlato in diverse occasioni e sotto forme molteplici attraverso i profeti, Dio ci ha parlato attraverso il Figlio", dice la Lettera agli Ebrei. L,esperienza di Gesù fu così piena e tanto unica che si può affermare: "Tutto è stato detto"; da qui l,urgente necessità di trasmetterla.

Questo non significa che questa rivelazione sia "chiusa", anzi, al contrario: essa continua a dispiegarsi attraverso la nostra esperienza. Non si chiude nei libri, ma si arricchisce di tutte le scoperte spirituali dell,umanità. Gesù stesso dichiarava che lo Spirito ci avrebbe condotto verso la verità tutta intera.

Non soltanto ciò che è stato trasmesso si rinnova nella vita di ognuno, ma ognuno può arricchire la rivelazione data dalla sua scoperta particolare, tanto unica quanto lo è la sua stessa vita. In questo senso noi dobbiamo tutti diventare dei "profeti". Attenzione però ai falsi profeti che prendono i loro segni come delle "rivelazioni".

Ma la paura di inventare può condurre al pericolo contrario: si considera allora la rivelazione come un blocco fatto e finito, da accettare passivamente, dall,esterno. Si giunge così alla negazione di ciò che la parola significa. Perché "il Regno di Dio è simile a un tesoro dal quale si prende del vecchio e del nuovo".

 

 

Scrivete a Partenia: jgaillot@partenia.org

 

 

 

 

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