La Bibbia a prima vista
Febbraio 2006

 

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  "Chi dite che io sia?"
 

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"Chi dite che io sia?"

Mt 16, 15b-17, 20:
"E voi, chi dite che io sia?". Simon Pietro prese la parola e disse: "Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivo". Gesù gli rispose: "Beato te, Simone, figlio di Giona, perché questo non te l'ha rivelato nessun in carne e ossa, ma mio Padre del cielo…". E proibì assolutamente ai discepoli di dire ad alcuno che egli era il Messia.
 
Jésus et les disciples Gesù in cammino, e probabilmente ala ricerca della sua identità, interroga i suoi discepoli: "E voi, chi dite che io sia?". Questo "e voi" si rivolge ai gruppo dei discepoli, ma ha l'intensità di un "e tu", per ciascuno personalmente, quale che sia il suo cammino. 
 
Poco prima i discepoli hanno riportato l'opinione della gente: "Alcuni dicono che il Figlio dell'uomo sia Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o uno dei profeti" (Mt 16, 14).
Risposte facili, che non impegnano affatto. Quando Gesù dice "e voi", Simon Pietro è il solo a prendere la parola. Gli altri hanno paura di pronunciarsi? Non era forse chiaro per loro ciò che sarebbe stato giudizioso affermare? Secondo il Vangelo non possiamo dire che Simone risponde a nome del gruppo e che tutti la pensano come lui. Semplicemente e con convinzione, dichiara ciò che gli sembra evidente in quel preciso momento del suo cammino con il Maestro: "Tu sei il Cristo (o il Messia), il figlio del Dio vivente".

Per Pietro l'espressione "figlio del Dio vivente" designa un uomo particolarmente amato da Dio e vicino a lui. Pietro condivide l'opinione del suo popolo a proposito del Messia: un salvatore, un liberatore che strapperà Israele al giogo dei Romani. A contatto con Gesù, Pietro vede senza dubbio in quest'uomo un essere pieno di umanità, che rialza i ciechi e gli zoppi, un profeta che libera le coscienze dalla pesantezze della Legge…

E Gesù si complimenta con Pietro per quelle poche parole, tanto più vere e più giuste quanto il pensiero della gente su di lui: "Beato te, Simone!". 

Jésus et Pierre

 
Anche se imperfetta o parziale, l'entrata nel mistero della persona del Cristo è fonte di gioia. Non è riservata ad un'élite o ad alcuni specialisti delle conoscenze religiose; un pescatore della Galilea vi accede, simbolo di ogni persona che segue il cammino del Maestro con il desiderio sincero di conoscerlo.

Gesù precisa: tu non hai trovato tutto ciò da solo, "te l'ha rivelato mio Padre del cielo"; fa comprendere che questa verità su di lui è ancora molto incompleta. Infatti "da allora Gesù cominciò a manifestare ai suoi discepoli che egli doveva…, soffrire molto…, essere giustiziato e resuscitare il terzo giorno" (Mt 16, 21). E Pietro a dire: "Dio ti scampi, Signore!" (Mt 16, 22).

Allora si comprende che Gesù "proibì assolutamente ai discepoli di dire ad alcuno che egli era il Messia". Prima per loro e più ancora per le folle tutto ciò doveva apparire talmente inconcepibile ed inaccettabile.
 
le Messie Dopo la passione e la resurrezione di Gesù, verrà il tempo in cui i discepoli, illuminati e fortificati dallo Spirito, si leveranno come testimoni di una verità che li avrà dolorosamente segnati e sorpresi. 

Quali che siano i suoi progressi nel cammino di fede, il vero testimone del Cristo non strombazza senza discernimento le sue convinzioni. Come l'apostolo Paolo, è cosciente che la nostra conoscenza è imperfetta (1 Cor 13, 12). Lo stesso Pietro invita alla dolcezza ed al rispetto quando siamo interrogati sulla speranza che ci abita (1 Pt 13, 15).
 
Ciò non ci impedisce di rischiare una parola convinta, che traduca ciò che viviamo: ecco ciò che credo poter dire oggi; questo mi rende felice, ma non pretendo di dare una risposta pienamente soddisfacente…
Il tratto di strada che farò con voi mi aiuterà forse a vederci più chiaro. 

bout de chemin