Diario di viaggio: Giugno 1998 |
Al Palazzo di Giustizia | Alla Prefettura di Parigi |
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Partenia in cifre |
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Al Palazzo di Giustizia
Impregnati di parole razziste non hanno esitato a compiere i gesti che uccidono. Gli slogan xenofobi non sono mai innocenti, ma finiscono sempre per trovare le loro vittime. Nel momento in cui si celebra in Francia il centenario della Lega per i Diritti dell'Uomo questo processo mostrerà, lo spero, i pericoli che un partito di estrema destra fa correre alla società.
Una serata per il Tibet - Con amici buddisti e un giovane Lama ricordiamo con emozione lo sciopero della fame di sei Tibetani in India. Essi sono sei, come simbolo dei sei milioni di loro compatrioti vittime della repressione cinese. Uno dei "sei" si è appena immolato dandosi fuoco. E' il grido di disperazione di un popolo che dal 1959 non finisce mai di resistere. Molti Tibetani continuano a prendere la via dell'esilio. Al prezzo di eroici sforzi essi arrischiano di passare il confine per raggiungere i campi situati in India e nel Nepal. Le loro condizioni di vita sono precarie. Per fortuna numerosi patronati offrono la possibilità ai ragazzi di andare a scuola, ai monaci di continuare i loro studi, alle persone anziane di sopravvivere. A tutti di mantenere la loro dignità. |
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Alla Prefettura di Parigi
Una volta di più mi ritrovo in questa sala senza anima dove tutti i posti a sedere sono occupati. Visi africani, cinesi, latino-americani... Sguardi pieni di tristezza. Nessuno parla. Il silenzio maschera l'angoscia. Le ore passano senza che alcuna impazienza venga manifestata. Occorre dire che questi "senza documenti" hanno l'abitudine di attendere. E' da mesi, da anni che essi aspettano un piccolo pezzo di carta con il timbro ufficiale. Un piccolo pezzo di carta che sogneranno sempre, perché permetterebbe loro di non avere più paura, di essere finalmente come tutti gli altri. Ma l'otterranno? Nulla è meno sicuro. Siamo in otto ad accompagnare Djamel. Egli apprezza di non essere solo. Non ha dormito, non ha mangiato. Aspetta. L'altoparlante fa risuonare il suo nome. Il momento cruciale è arrivato. Allo sportello, l'impiegato si mostra gentile e comprensivo. Djamel ottiene un permesso di soggiorno di tre mesi. Egli è raggiante. Si tratta di un primo passo decisivo. Una volta in strada egli brandisce il foglio della prefettura e dichiara fieramente: "Questa volta esisto!"
Cristiani di mare aperto - Sono stato invitato
da comunità di diverse regioni della Germania. Esse non si conoscono
fra loro, ma io trovo in loro lo stesso desiderio di fraternità e
di condivisione, la stessa volontà di essere cristiani in modo diverso,
la stessa sollecitudine di vivere il Vangelo. La loro libertà di
espressione è salutare. Da dove viene questo dinamismo? Questo incontro
di cristiani, né indifferenti né sottomessi, mi rallegra.
Delusi dalla messa in guardia o dal rifiuto delle istituzioni essi non si
mostrano aggressivi. Stanchi di aspettare quello che non hanno mai smesso
di chiedere mantengono tuttavia la speranza. Il loro impegno presso coloro
che la società abbandona è la loro gioia di vivere. Queste
comunità che profumano di Vangelo sono disseminate in tutto il paese.
Come non sognare di "metterle in contatto" le une con le altre,
perché la loro parola, il loro spirito circolino. E penso a Rimbaud
che tanto bene scriveva: "Io tendo corde da campanile a campanile,
ghirlande da finestra a finestra, catene d'oro da stella a stella... e danzo!" Jacques Gaillot
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PS: Partenia in cifre: anno 1997
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