Diario di viaggio di Jacques Gaillot
del febbraio 2006
  Al ristorante L'indecenza della "Dakar"
  Condanna Occupazione di un immobile
  Libri di Mgr. Gaillot tradotti in italiano 
 

PARTENIA



Diario

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Edizione speciale

Al ristorante
 
Un'amica tedesca mi invita al ristorante. Prendiamo posto. Nella sala noto una tavola rotonda con due giovani coppie ed un uomo di una certa età. Durante il pranzo, a più riprese, si sono alzati per fare alcune foto. Senza dubbio, è una festa di famiglia.
Tutto si svolge con semplicità, senza gioia esuberante né risate che attirano l'attenzione.
Dopo il pranzo lascio il ristorante. Ma, non appena sono uscito, una giovane donna mi raggiunge. La riconosco: era seduta alla tavola rotonda. La sua domanda viene dal cuore: "Accetta di essere fotografato con mio padre?
 
silence Ne sarebbe così felice ed anche noi. Mio padre è malato di Alzheimer. Oggi è il suo compleanno. È uscito dalla casa di riposo per quest'occasione". 

Senza esitare, rientro nel ristorante per lasciarmi fotografare a fianco del malato di Alzheimer. Quest'uomo sembra un poco perso, ma il suo viso è felice ed il suo sguardo esprime la gioia. Ci teniamo tutti e due per il braccio.
Questo padre di famiglia che festeggia il suo compleanno è molto contento di essere circondato dai suoi, di essere amato da loro.

Il silenzio ci prende. Non ci scambiamo più parole. Un silenzio che permette a ciascuno di essere presente per gli altri.
In quest'albergo di Emmaus scopriamo la grandezza del segno che è dato: quello dell'amore condiviso.
 

amour partagé

     

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L'indecenza della "Dakar"

Una ventina di anni fa, nel corso di una conferenza stampa l'abbé Pierre ed io denunciammo il rally Parigi-Dakar come un insulto. Un insulto per gli abitanti dei paesi africani.

Questa competizione sportiva, che è un'avventura per ricchi, attraversa paesi segnati dalla miseria, dall'aids, dall'eccessivo indebitamento. 

insulte pour les habitants


Un motociclista australiano si è ucciso sulle piste del deserto della Mauritania. Due ragazzi africani hanno ugualmente trovato la morte a causa di veicoli che attraversavano i villaggi a tutta velocità.
Il cantante Renaud denuncia in maniera tagliente questa corsa assassina: "100 idioti sono sulla linea di partenza". Che la sua nuova canzone sia ascoltata!

La "Dakar" beneficia di una larga copertura mediatica. Quando vedo al telegiornale questa libera circolazione dei piloti sulle piste africane, penso a tutti quei giovani africani che nei nostri paesi europei sono condannati alla clandestinità o all'espulsione.

oser le changement C'è anche lo spreco. Lo spreco delle risorse naturali.
Oggi abbiamo il coraggio di parlare di decrescita. La decrescita richiede un altro modo di comportarsi, un rispetto delle risorse naturali. Si tratta di un cambiamento radicale della società. Una società dove ci dovrebbero essere "meno beni e più legami". L'interruzione della "Dakar" sarebbe un segnale.
 
   

 

     
   

Condanna

Nella sala del tribunale siamo in molti ad aspettare la sentenza del processo riguardante Assane, che è insegnante e delegato del coordinamento nazionale degli immigrati.
Alcuni giovani si presentano all'appello della Presidente. Sono condannati tutti. Quando viene il momento di Assane, tratteniamo il respiro. Anche lui è condannato: un mese di carcere col beneficio della condizionale ed un'ammenda di 590 euro. Il colpo è forte. C'è delusione.

condamnation È riconosciuto colpevole di aver insultato tre poliziotti in un commissariato. 

Assane si era recato in quel commissariato per avere notizie di un immigrato che era stato arrestato.
Ha sempre negato di aver insultato i poliziotti. Ma cosa vale la sua parola contro quella dei poliziotti? Poliziotti che non abbiamo mai visto in tribunale!
Assane ha semplicemente protestato per le percosse ricevute al commissariato. Un medico gli ha prescritto 5 giorni di riposo per incapacità di lavorare.

Andiamo a consolarci in un café vicino al tribunale. "Non mi aspettavo una sentenza così dura", dice Assane. Si assume il rischio di fare appello.

   

 

     
   

Occupazione di un immobile

immeuble occupé Alcune famiglie con un alloggio precario o minacciate di espulsione sono venute ad occupare nel cuore di Parigi l'ex sede sociale del giornale "Le Monde", che diventerà la sede dell'OPAC (Ufficio pubblico di sistemazione e di costruzione). 

L'immobile è vuoto da alcuni mesi. In questa domenica pomeriggio le strade di questo quartiere sono tranquille. Ma l'arrivo in massa dei manifestanti ravviva l'ambiente. La maggior parte si riversa nell'immobile, gli altri occupano la strada, spiegano alcuni striscioni, distribuiscono volantini per spiegare il significato del gesto. Quanto ai musicisti ed ai suonatori di tamburo, sono già al lavoro.

È allora che i mezzi della polizia arrivano all'orizzonte. I poliziotti con i loro manganelli corrono verso i manifestanti in strada, i quali si precipitano nell'immobile. Ma tutti non riescono ad entrare. Un giovane suonatore di tamburo è malmenato ed il suo tamburo sequestrato. Quelli che si trovano nell'immobile non possono più uscire e quelli che stanno fuori non possono più entrare.
Il tempo passa. Io sto all'interno. Ho i piedi ghiacciati ma il cuore caldo.
Dopo molte ore, i poliziotti risalgono sui loro mezzi. Hanno ricevuto l'ordine di lasciare i luoghi.

Quelli che sono restati in strada manifestano la loro gioia, fanno dei gesti di addio ai poliziotti e cantano ad una sola voce: "Non è che un arrivederci, fratelli…". 

droit au logement

Iniziano le trattative. Ci sono 200 pratiche con richiesta di alloggi d'urgenza.
L'abbiamo spuntata. Le famiglie avranno un alloggio nel corso dell'anno.