Diario di viaggio di Jacques Gaillot
del Agosto 2004 
  I parrocchiani di Partenia  Una città in lotta
  Il rifiuto 
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PARTENIA

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I parrocchiani di Partenia

Partenia en route Una donna attende un bus, che non arriva mai. Mi si avvicina e mi dice:" La vedo di tanto in tanto prendere il bus e ogni volta desidero farLe una domanda. Come fare per trovare Dio?"
"Arrivo dalla periferia dove mi trovavo con delle famiglie Rom, minacciate di espulsione. Sentivo che Dio era là con la sua povera gente, al loro fianco.".
 

Saliamo insieme sull'autobus. "Io vorrei credere ma non ce la faccio, ed è per questo che cerco Dio! ".
"Anch'io come Lei, cerco Dio!, le dico. Quando si tiene la mano dei poveri si è sulla strada, che apre gli occhi".
Devo scendere dal bus. "E' un peccato" mi dice!

In metropolitana un giovane, che ritenevo potesse essere originario dell'India, si è alzato dal suo sedile per venirsi a sedere vicino a me.
"Non la disturbo? Vorrei solo un chiarimento: io non sono cristiano ma ho letto il Vangelo e c'è una parola di Gesù, che non comprendo:"A chi più ha, più sarà dato, a chi meno ha, anche quel poco che ha sarà tolto!".

"Mi sarebbe piaciuto che m'interrogasse su altre parole. Quella è misteriosa per me. E' da tanto tempo che cerco di comprenderne il senso.

richesse humaine "Ciascuno di noi ha delle ricchezze umane e spirituali, che non sono fatte per noi, ma per gli altri. Ciò che noi salvaguardiamo nelle nostre mani andrà perduto. Ciò, che, invece, accettiamo di donare agli altri sarà trasformato e moltiplicato. 

"Grazie, questa mi sta bene come spiegazione!".
Nel treno che va da Parigi a Montpellier, non c'era più posto. Io mi tengo vicino alle porte, già contento di essere potuto salire sul treno!
Molto rapidamente un uomo di origine asiatica, si alza dal suo strapuntino e mi dice:"prendete il mio posto" ed ancora: "non lo faccio perchè Lei è "monsignore",ma solo perché Lei è una persona di una certa età!".
Mi sono seduto al suo posto: era un uomo che riconosceva l'essere umano più che il suo ruolo!
     

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Una città in lotta

Gli abitanti del quartiere popolare del Petit-Bard a Montpellier non abbassano le braccia. In un immobile diroccato e poco salubre, un incendio ha fatto un morto e molti feriti. Le famiglie sinistrate hanno deciso di occupare il ginnasio vicino. Rifiutano di ritornare nei loro appartamenti e pretendono dalla municipalità di essere alloggiati in altro modo.
 
dans le ghetto Il Petit-Bard è una città di immigrati, divenuta di anno in anno un ghetto.
Le famiglie, che per la maggioranza sono marocchine, non vogliono più essere gestite.
 
 
Invitato a sostenerle sul posto, le raggiungo, visitando l'immobile abbandonato. Che vergogna solo a vedere la condizione di quei luoghi!

Sui muri dell'immobile ci sono delle scritte: "Petit-Bard: Città abbandonata, città in pericolo. Pericolo di morte".
Con il MIB (Movimento dell'immigrazione e delle periferie), la Cimade, il DAL (diritto ad un alloggio) ed altre associazioni, si organizza la lotta. Una manifestazione ha riunito più di 1000 persone nella città. Mai visto!.
 

cité abandonnée


E' la prima volta che gli abitanti del Petit-Bard si mobilitano e vogliono andare fino in fondo. Hanno capito che nulla potrà essere fatto senza di loro, senza la loro lotta! Per il momento il potere pubblico non ci sente da un orecchio.
   

 

     
   

Il rifiuto

Alla periferia parigina, delle famiglie Rom, che non finiscono più di essere espulse, hanno trovato rifugio su un terreno che appartiene al consiglio generale. E' stato loro promesso che non saranno più stati espulsi. Ma la municipalità non ci sente da questo orecchio e fa tutto ciò, che è in suo potere per farli ripartire.

Invitato dalle associazioni di supporto, arrivo sul posto ad incontrare le famiglie, rifugiate sotto le tende. Alla fine del pomeriggio c'è un assembramento nella strada, in prossimità del terreno occupato. 

Un assembramento molto agitato. E' difficile farsi capire! Una quindicina di persone, tra cui il segretario del sindaco, facevano dell'opposizione e gridavano!
L'animatore m'invita a prendere la parola, in quel momento preciso, gli oppositori, di comune accordo, lasciano palesemente la riunione.

Di ritorno a Parigi, facevo questa riflessione: oggi nelle nostre società laiche, non si è rifiutati per la propria fede in Dio e per le proprie credenze. E' una scelta personale legata alla sfera privata. Ma il rifiuto viene dalla nostra solidarietà con i più poveri, che vivono alle nostre porte. La scelta dei poveri reca disturbo!. 

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