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- Serata del ricordo a Ginevra
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Nel 1990 Kazem Radjavi è stato assassinato presso Ginevra,
nella campagna Valdese. Un commando di tredici terroristi tagliò
la strada alla sua auto e gli sparò raffiche di mitra,
uccidendolo. |
Si trattava ancora una volta di funzionari dei servizi
segreti iraniani, avendo il governo islamico avviato una strategia
di eliminazione sistematica dei suoi oppositori residenti all'estero.
Tredici anni dopo questo crimine, il fascicolo è ancora
in corso di istruttoria.
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Kazem Radjavi era un grande personaggio dell'opposizione al
regime dei mollah. Appassionato per le sorti del suo paese, mostrava
di essere un risoluto difensore dei diritti umani. |
Si è voluto far tacere una voce importante, ma alcuni
uomini e donne hanno sollevato la testa e lo hanno sostituito
insieme a suo figlio Stefano, il quale teneva molto alla mia
presenza a questa serata del ricordo. Nel salone di un Hotel
di Ginevra, degli iraniani si erano fatti attorno numerosi alla
famiglia, come pure delle personalità della città.
Invitato a prendere la parola verso la fine, ho sentito il bisogno
di parlare di speranza; della speranza cristiana che sentivo
dentro di me in quel periodo di Pasqua. Non ci si può
fermare solamente al ricordo di chi ci ha lasciato. Per me la
morte non può avere l'ultima parola; la vita non è
distrutta, èa solo trasformata. Noi siamo chiamati ad
essere dei viventi perché Dio è il Signore della
Vita! La gente ascoltava con attenzione; li ho invitati a rallegrarsi
perché la Vita non la si può fermare! |
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Incontro di giovani in
Germania
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In un liceo nei pressi di Colonia, trecento giovani si sono
riuniti nell'aula predisposta con molto gusto. Grazie alla loro
abitudine ai media, volevano, a loro volta, realizzare una videoregistrazione
dell'incontro. |
Le domande, già precedentemente preparate, mi sono
state lette. Sono stato fortemente colpito dalla qualità
dell'ascolto. I visi attenti, manifestavano un vero interesse
poiché i giovani sono sensibili alle parole di libertà,
che danno senso alla loro vita e all'importanza delle responsabilità
personali. Il mio intervento non aveva altro scopo se non rischiare
delle coscienze libere, in vista di scelte personali.
Questi giovani sanno bene, che le istituzioni non possono
inquadrare le loro coscienze e che non vengono concessi prestiti. |
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Sarebbe molto più semplice e più facile per
loro se si dicesse loro ciò devono o non devono fare,
credere o non credere ! Ma rimettersi agli altri
sarebbe come una resa da parte loro, un disconoscimento di ciò
che sono chiamati a diventare : degli esseri liberi e responsabili,
in grado di dare un senso alla loro vita ! E' un'avventura difficile,
è vero, ma incredibilmente appassionante! |
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Lotta dei Curdi a Grenoble
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Trentatré curdi, che facevano lo sciopero della fame
da trenta giorni, mi hanno invitato a Grenoble perché
la situazione era diventata difficile. |
Come sempre a Grenoble la lotta è compatta: associazioni,
movimenti, partiti politici di sinistra si ritrovavano gomito
a gomito.
Vengo ricevuto alla stazione e condotto nel luogo in cui
si trovano i curdi : Fuori c'è un mucchio di gente e dentro
è difficile aprirsi un passaggio. Una donna mi porge un
grazioso mazzo di fiori. Anche i media sono presenti. Saluto
ciascuno dei curdi sdraiati su materassi. Sono della regione
di Diyarbakir, in cui mi sono recato già due volte. Mi
rivolgo a loro come a dei fratelli e li sollecito ad aver fiducia.
" E' vero, la lotta è dura ma c'è talmente
tanta solidarietà nei vostri confronti, che si troverà
sicuramente una soluzione. Vedrete, un giorno verrete messi in
regola, così potrete festeggiare e spero che mi inviterete!
I curdi sorridono ed applaudono.
Una delegazione viene ricevuta in Prefettura dal Segretario
generale. si crea una situazione di blocco; i delegati chiedono
un ulteriore incontro alla presenza del Prefetto in persona.
Lo loro richiesta verrà accettata e trovata una soluzione.
I curdi accettano di interrompere lo sciopero della fame.
Si farà una festa probabilmente in giugno e mi comunicheranno
la data esatta! |
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Toussaint Louverture
Prima di essere stato ad Haiti, non conoscevo la storia
di questo uomo. Immediatamente sono stato fortemente impressionato
da colui che, giustamente, rappresenta l'orgoglio degli abitanti
e che fu il fondatore della Repubblica di Haiti.
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Invitato ad un spettacolo dato in omaggio di Toussaint Louverture,
in occasione del bicentenario della sua morte ( 1803-2003), ho
fatto di tutto per non mancare. Nato e cresciuto schiavo in una
piantagione di proprietà di un conte, Toussaint capeggia
la sola rivolta di schiavi vittoriosa della storia della umanità. |
Partecipa alla grande insurrezione del 1791. Abolita la
schiavitù nel 1794 dalla Convenzione, viene nominato generale
di brigata dalla repubblica francese. Caccia gli spagnoli e poi
gli inglesi da Santo Domingo. Nel 1801, a 58 anni, è governatore
generale di Santo Domingo e comanda un'armata di 25.000 uomini.
La sua gloria è al culmine !
Ma nel 1802, Napoleone Bonaparte decide di ripristinare
la schiavitù nelle colonie. Non ci poteva essere notizia
peggiore per lui! Una volta gustata la libertà, come è
possibile pensare di ritornare schiavi? La rivolta esplode immediatamente
nelle isole. Meglio morire che essere di nuovo sottomessi! Napoleone
invia una grossa spedizione militare. La resistenza è
eroica e le perdite terribili.
Toussaint Louverture viene arrestato per tradimento, deportato
in Francia , gettato in prigione nel Giura, dove muore di fame,
di freddo e di tubercolosi. Non aveva ancora 60 anni. E' e sarà
ricordato come il " martire vittorioso " |