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Gioia sulla strada
Una donna, che, per motivi di salute, non poteva più
uscire di casa, aveva insistito perché io passassi a trovarla.
Non la conoscevo, tuttavia mi recai da lei al più presto,
prendendo il metrò. Uscendo dalla stazione che credevo
fosse quella giusta, non riuscivo però ad orientarmi.
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Sono entrato nel negozio di un parrucchiere, che stava pettinando
una cliente, per chiedere informazioni. Non appena formulata
la mia domanda, il parrucchiere mi ha risposto "è
una fortuna che siate voi, perché io non parlo mai a un
prete!"La cliente alzò la testa, interessata alla
conversazione insolita, che si stava svolgendo. |
Guardando fuori, il parrucchiere proseguì: "vedete
la moto che sta passando? Bene, seguitela correndo, è
tutto diritto"Non mi restava altro che seguire la moto,
che, tra l'altro, era già scomparsa dalla mia vista. Uscendo,
mi sono girato per dire "grazie di avermi messo sulla retta
via!". Il parrucchiere, lasciando la sua cliente, uscì
a sua volta per dirmi con aria complice "non La sto mettendo
sulla retta via, io mi limito ad indicargliela" Precisione
ammirevole, che andava a rischiarare non soltanto il mio cammino
ma anche la donna ammalata che mi stava aspettando. |
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Al giardino botanico
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E' per me sempre un incanto attraversare questo giardino di
sogno nel cuore di Parigi: i fiori spargono i loro profumi, gli
uccelli credono di essere in paradiso ed i bambini si muovono
in libertà. |
Mentre camminavo ammirando queste meraviglie della creazione,
sentivo qualcuno correre dietro di me. Era una donna; ansimando
mi dice "mi riconosce?" Il suo viso non mi era completamente
sconosciuto. Precedendomi, si è presentata "sono
Emmanuelle Béart" Era evidente; chi non riconoscerebbe
la celebre attrice? Ci siamo abbracciati.
Emmanuelle Bèart aveva manifestato solidarieà
agli immigrati irregolari, che avevano occupato la chiesa di
Saint Bernard. Aveva anche accettato di dormire in chiesa per
evitare che la polizia la occupasse. |
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La sua compassione per le famiglie ed i bambini aveva toccato
il cuore degli immigrati.
"Venga" mi disse "voglio presentarLe mio
marito ed i miei figli" Mi sono ricordato allora di quanto
mi aveva detto un giorno "mi impegno per la causa degli
immigrati irregolari perché non vorrei mai che un giorno
i miei figli mi rimproverassero di non aver fatto nulla per loro".
Proseguendo il mio cammino nei viali bordati di fiori,
mi fermarono tre donne, felici di stringermi la mano e di vedermi
dal vivo "siamo ebree e vogliamo che Israele interrompa
questa guerra contro i Palestinesi. La grande riunione per "la
Pace adesso" che si è appena tenuta a Tel Aviv è
un grande successo".
Ho comunicato loro la mia gioia nell'apprendere che la
grande cantante israeliana Yaffa Yarkoni ha preso netta posizione
contro la guerra di Israele, giustificando coloro che oggi rifiutano
di servire nei territori palestinesi.
"La cosa difficile per noi, mi confidano queste donne,
è che siamo in disaccordo con le nostre famiglie. E' un
argomento di discordia!" |
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Quando una vita vacilla
In una splendida dimore parigina, incontro un uomo disteso
sul suo letto. Mi accoglie con un gran sorriso. Tutto il suo
corpo, la testa esclusa, è paralizzato. Che cosa gli è
successo? Facendo parapendio in montagna è caduto su delle
rocce. All'età dio quarant'anni la sua vita ha vacillato.
La moglie che adorava e che tutt'ora ama è morta qualche
tempo dopo di cancro. Il perdurare delle disgrazie non lo ha
vinto; si è battuto per vivere. Ha imparato a rinascere:
Da marxista è diventato cristiano. La sua fede in Cristo
è trasparente. Abbiamo pranzato alla stessa tavola; lo
hanno imboccato come un bambino sulla sua poltrona a rotelle
mentre la conversazione tra noi continuava senza che egli manifestasse
alcun segno di impazienza o di imbarazzo, mai di auto-compassione.
Manifestava, al contrario, la pace e la gioia che erano in lui.
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"Ho la fortuna, disse, di poter vivere a casa mia, bene
assistito, perché ho denaro. Penso a tutti quelli che
sono obbligati a stare negli istituti. Sono stato anch'io in
quella galera per alcuni anni!" |
Qualche tempo dopo ho sentito il bisogno di scrivergli
per ringraziarlo di quella sua testimonianza, che trasmette il
gusto della vita. |
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Vivere gli uni vicino agli
altri
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In una cittadina nel cuore della Normandia, c'è un
quartiere dove vivono molti immigrati. Qualcuno ebbe la buona
idea di creare, con l'aiuto di una giornalista, che avrebbe scritto,
un "laboratorio di scrittura". Alcune donne immigrate
accettarono di mettersi al lavoro nonostante i numerosi impegni. |
Raccontarono i loro ricordi del quartiere attraverso gli avvenimenti
della loro vita. La riuscita superò le aspettative. Non
soltanto è stato pubblicato con successo un libro ma si
sono anche creati dei legami di solida amicizia tra famiglie
del quartiere.
Fui invitato a conoscere questo gruppo. All'arrivo del
treno, le donne del "laboratorio di scrittura" aspettavano
sul marciapiede. Mi condussero direttamente al loro quartiere
e mi raccontarono con passione e fierezza come era stato scritto
il loro libro. Le ascoltavo con gioia; formavano una vera famiglia.
Dopo la mia conferenza, tenutasi nel centro della città,
alcune donne ed i loro mariti hanno espresso il desiderio di
finire la serata insieme a me in un pub. Altre sorprese mi attendevano
in questo pub pieno di giovani! Il responsabile del pub si dichiarò
felice della mia presenza nel suo locale e molti giovani, quando
seppero chi ero, furono felici di conoscermi. Ed eccomi qui a
stringer mani, a sedermi di tavolo in tavolo, bevendo birra e
rilasciando autografi
Le loro parole mi hanno toccato il
cuore.
Ripensavo a una domanda fattami subito dopo la conferenza:
"che cosa fare per ricondurre i giovani alla chiesa?",
a cui avevo risposto "siamo noi che dobbiamo andare ad incontrarli
dove si riuniscono, dove vivono e dove lottano!" Non pensavo
che le mie parole avrebbero trovato conferma unendomi, poco dopo,
a dei giovani nel loro pub. |
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