bible
 
Prendere la propria croce  
   
«Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me» (Mt 10,37).  
   
Queste parole di Gesù mettono a disagio. Ci sarebbe un disprezzo della famiglia?
Il seguito del testo non fa che aumentare il turbamento: si tratta solo di rinuncia.
 
   
«Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi trova la sua vita la perderà e chi perde la sua vita per me la troverà» (Mt 10, 38-39).  
   
vivre avec la liberté Questa radicalità del pensiero di Gesù rischia di essere male interpretata e di dar luogo a delle caricature di Dio: Dio perverso, Dio di potere, Dio fuori di noi…L’espressione «prendere la propria croce» è anche fonte di malintesi. Significa ricercare la sofferenza? Dio sarebbe geloso della nostra felicità?
 
   
Ci illumina il modo di vivere di Gesù. Vive con libertà ciò che chiede ai suoi discepoli. Per Lui Dio non è un potere che domina, ma un amore che si dona.
La grandezza non è dominare, ma servire. La sola grandezza è donarsi.
Constatiamo che Gesù non subisce niente. Tutto il suo essere è puro slancio di generosità. Non conserva la sua vita per lui, la dona giorno dopo giorno. La sua libertà libera le persone che incontra e le sue scelte sono portatrici di valori: uguale dignità di tutti gli esseri umani, libertà della persona, emancipazione della donna, primato della persona sul gruppo, giustizia e condivisione, separazione del politico e del religioso, non violenza, amore del prossimo che va fino al perdono ed all’amore dei nemici.
Gesù fa opera di liberazione e manifesta l’immenso amore del Padre.
Come non desiderare di seguire l’Uomo di Nazareth su questo cammino di vita e di liberazione?
Ma Gesù avverte:
«Chi non prende la sua croce e non mi segue …».
 
   
prendre sa croix Gesù non sceglie la croce. La croce sarò conseguenza delle sue scelte. Scelte ispirate dall’amore.
Non sceglie neanche la sofferenza, ma l’amore.
 
   
Seguire Gesù presuppone l’abbandono di questo spirito di possesso, compreso quello riguardo alla propria famiglia, che fa chiudere, per aprire agli altri, all’Altro, con generosità.
Questa perdita di possesso non si fa senza sofferenza, ma favorisce una conversione, quella di passare dal di fuori al di dentro per prendere il cammino che conduce al cuore e scoprire la presenza di Dio in ognuno(a).
Dio non è fuori di noi. È dentro noi stessi. Vive in noi. La sua vita è impegnata nella nostra.
 
   
Perdere la propria vita a causa di Gesù fa prendere coscienza di questo dimorare di Dio in noi. La nostra vita non è più subita. C’è in noi una fonte che zampilla come vita definitiva. Perdiamo la nostra vita per ritrovarla diversamente: una vita donata, giorno dopo giorno.
Quando c’è l’amore, possiamo andare molto lontano, fino alla fine.
source jaillisant